tachicardia atriale sintomi e cura

Tachicardia atriale: sintomi e cura

L’aritmia detta tachicardia atriale consiste in disturbi che scaturisce quando un gruppo di cellule cardiache localizzate negli atri generano un battito del cuore più veloce, circa 130/150 battiti al minuto.

Le contrazioni non sono organizzate e di conseguenza la gittata del sangue non è sufficiente.

La tachicardia atriale rappresenta il 5-15% di tutte le tachicardie sopra-ventricolari ed ha un’incidenza più elevata fra i bambini e nei pazienti che hanno subito interventi di correzione per malformazioni congenite cardiache.

Sintomi e cause della tachicardia atriale

La tachicardia atriale si manifesta con una serie di sintomi fra cui la sensazione ‘di avere il cuore in gola’, affaticamento, mancanza di respiro, mancamento e sensazione di svenimento.
Fame d’aria, svenimenti in caso di accelerazione eccessiva del battito cardiaco, capogiro, mancanza di forze anche a riposo sono altri sintomi classici della tachicardia atriale.

Il cuore batte a circa 130-150 battiti al minuto e le pulsazioni accelerate vengono sentite distintamente dal soggetto.
Sintomi della tachicardia atriale sono quindi l’affaticamento al cuore, la sensazione di continuo batticuore. Può dipendere da un meccanismo di rientro, cioè scatenata da un impulso atriale troppo rapido (ed in questo caso si manifesta con episodi brevi) oppure dall’esaltazione di un focus ectopico.
La tachicardia atriale focale non ha bisogno di alcun tipo di impulso per scatenarsi.

Le cause che scatenano la tachicardia atriale sono da ricercare in quelle che modificano gli impulsi elettrici in più punti nell’atrio.
Sono tante le patologie che possono scatenare questa condizione: problemi alle valvole, insufficienza dei reni, diabete, cardiomiopatia, coronaropatia, ipertensione, scompenso del cuore.

Cura della tachicardia atriale

La tachicardia atriale è un disturbo che può portare ad una maggiore incidenza di problemi come ictus e infarto del miocardio.
Non c’è bisogno di una specifica terapia, a meno che la tachicardia atriale non sia correlata anche a cardiopatie.

Nel caso invece in cui l’aritmia sia collegata a malformazioni del cuore o a problemi cardiaci, allora un intervento chirurgico si rende necessario. La tecnica più utilizzata è l’ablazione con radiofrequenza; questa tecnica chirurgica permette di introdursi nella vena femorale del paziente grazie a delle piccolissime sonde, in modo da raggiungere il cuore. Una volta raggiunto il muscolo cardiaco, si attivano stimolazioni elettriche allo scopo di bruciare i tessuti del miocardio che causano la tachicardia atriale, lasciando intatti quelli sani.

La terapia di ablazione con tecnica non fluoroscopica, invece, permette di ricostruire ex ante la forma del cuore e la sua anatomia in modo da poter gestire al meglio l’operazione nei casi più complessi. La ricostruzione del cuore permette di ridurre al minimo eventuali errori in fase di operazione chirurgica.